Oggi un articolo un po’ diverso dal solito, ma della tipologia che sicuramente mi sta più a cuore: meno scientifico e più umano, meno numeri e più persone, meno regole e più amore… forse solo il primo di tanti!
Un articolo che per alcuni aspetti si discosta anche dalle Linee guida ufficiali, ma a volte è questo di cui abbiamo davvero bisogno nella vita di tutti i giorni.
Oggi parliamo di normalizzare. Cosa? Corpi e alimentazione, il nostro rapporto con essi, i nostri bisogni e le nostre necessità umane.
Ma partiamo dalle basi: cosa significa letteralmente la parola "normale"?
/nor·mà·le/ aggettivo “Conforme alla consuetudine e alla generalità, regolare, usuale, abituale, non eccezionale”.
Io aggiungerei: "aggettivo che descrive una caratteristica presentata dalla maggior parte di un insieme di soggetti; che si ritrova nel mondo con maggiore probabilità".
Chi mi conosce lo sa, non ero un genio in statistica eheh… ma penso che sia una definizione oggettivamente condivisibile!
Parlo di questi argomenti nella sezione di blog dedicata all’universo femminile, perché?
Non perché io voglia essere sessista o non inclusiva, lungi da me! Ma perché purtroppo mi capita ogni giorno in studio di ricevere persone che danno vita nella mia mente a questi pensieri e il 99,9% delle volte queste persone sono donne.
Quindi, donna giovane o matura che stai leggendo questo articolo, queste parole gentili sono per te.
Ovviamente però sono pensieri e riflessioni che si possono dedicare a qualsiasi essere umano di qualsiasi genere che sta leggendo questo articolo.
Normalizziamo i corpi
Siamo stati cresciuti con il modello della Barbie. Chi di noi non ha avuto una bambola simile da piccoli? Nostra o di sorelle e cugine.
Bambole con il corpo scultoreo, longilineo, slanciato, filiforme, senza una piega e una grinza, con la minima quantità di curve e tutte le linee anatomiche perfettamente armoniose tra loro.
Da minimo 5 decenni a questa parte (ma anche di più) siamo bombardati tutti i giorni da immagini di corpi come quello della suddetta bambola: televisione, modelle, riviste, siti di negozi di abbigliamento, manichini, social. Fino a inculcare nella nostra mente e farci dare per scontato che quello è il corpo normale.
La conseguenza qual è stata e qual è tutt’oggi? Sentirci costantemente inadeguate e perennemente a disagio, in imbarazzo nel mostrarci in costume o farci addirittura evitare di indossarlo, desiderare continuamente un corpo diverso e vivere tutta la vita in funzione di questa convinzione.
Buona notizia: (fortunatamente) non è così!!
Quelle forme non sono la normalità (consuetudine, generalità, regolare, usuale, abituale, non eccezionale… vedi definizione sopra), non sono statisticamente parlando le caratteristiche fisiche maggiormente rappresentate dai corpi degli esseri umani che abitano il pianeta Terra.
Sono solo una piccola selezione di essi, la quale però ci appare normalità
(= caratteristica più frequente e quindi apprezzata) perché messa tutti i giorni davanti ai nostri occhi.
La vera normalità è la varietà.
Vale la pena vivere una vita di costante insoddisfazione e disagio sapendo che siamo assolutamente normali?
E che il mondo è popolato da una immensa vastità di corpi tutti diversi?
E che la cellulite è un "fenomeno fisiologico e con basi fisiologiche, caratteristico della donna”? (Rossi, A.B.R. and Vergnanini, A.L. (2000), Cellulite: a review. Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology, 14: 251-262.)
E che quelli che noi chiamiamo “difetti” in realtà sono solo delle normali “caratteristiche”?
E che nonostante tutti gli sforzi e i sacrifici fatti ogni giorno molto probabilmente il nostro corpo non avrà mai quelle forme che desideriamo perché incompatibili con le nostre caratteristiche genetiche o ormonali?
E che la maggior parte dei vestiti e delle taglie che troviamo nei negozi dovrebbero adattarsi a ciascuno di noi e non viceversa?
E che gli standard di bellezza cambiano ogni decennio e non saremo mai conformi a quello corrente?
E che magari per avvicinarti ad uno di quei modelli fisici dovresti rinunciare a tutti i piaceri della vita e della tavola, amici, famiglia, viaggi, lavoro?
Spero che la tua risposta coincida con la mia: no, non ne vale la pena.
Ognuno di noi, se necessario, dovrebbe lavorare per certamente promuovere la propria salute e parallelamente trovare la pace con il proprio corpo, il quale non è solo forme e geometrie, ma anche e soprattutto esperienze, energia, forza, piaceri, legami… vita!
E gli dobbiamo tutti i giorni tanto amore perché ci permette di essere qui e di fare quello che facciamo.
Il nostro valore come persona non passa e non deve passare dalla forma che ha il nostro corpo: alto o basso, asciutto o burroso, a mela o a pera, liscio o ruvido…
Siamo persone, vite e universi. Non siamo corpi, taglie e misure.
Per oggi abbiamo lasciato da parte numeri e Linee guida, ma vi stupirà sapere che spesso sono d’accordo con questi pensieri. Ne parleremo in un articolo dedicato!
Normalizziamo il cibo
La “cultura della dieta” ci ha portato e porta tuttora a pensare alla nostra alimentazione come fatta di cibi buoni o cattivi, sani o malsani, che fanno dimagrire o ingrassare, senza o con, puliti o sporchi, superfood o junk food...
Un’altra buona notizia: questa non è la realtà!
Un eccesso di cibi “buoni e superfood” possono portarci a ingrassare o creare problemi di salute; un quantitativo ragionevolmente ridotto di cibi “cattivi e junk food” non hanno alcun effetto negativo sul nostro peso o sulla nostra salute.
La verità è che anche per la Dieta Mediterranea e la sua Piramide alimentare noi possiamo mangiare tutto quello che ci va, semplicemente alcune cose più o meno frequentemente di altre. Tutti gli alimenti possono fare parte della nostra alimentazione e dovrebbero essere messi sullo stesso piano.
Solo così è possibile uscire dal concetto di “dieta” che inizia ogni lunedì e finisce il venerdì successivo e avere un leggero e piacevole equilibrio (dinamico, ma definitivo) con il cibo ed eventualmente il peso.
Normalizziamo bisogni e necessità
Non siamo corpi vuoti, robot, automi, eremiti senza pensieri
Siamo persone umane con anima, desideri, amici, famiglia, legami, emozioni, viaggi, voglie, piaceri, esperienze, socialità… vite!
È normale avere voglia di un cioccolatino e mangiarlo.
È normale uscire con gli amici, bere una birra e mangiare patatine.
È normale la tradizione della pizza in famiglia il sabato sera.
È normale prendere i popcorn quando vai al cinema se ne hai voglia.
È normale avere più o meno fame in giorni diversi.
È normale avere più voglia di gelato in estate e mangiarlo ogni tanto a merenda.
È normale assaggiare e mangiare cibi diversi dal solito quando siamo in viaggio.
Dobbiamo mangiare cibi di cui abbiamo bisogno e possiamo mangiare cibi di cui non abbiamo bisogno ma che, come dico sempre io, fanno bene allo spirito!
E cosa c’entra in tutto ciò la figura della Nutrizionista?
C’entra perché oggettivamente la maggior parte delle persone che si rivolgono a me o ad un altro Nutrizionista lo fanno per perdere peso e dimagrire (anche quando non si parte da un vero sovrappeso) e durante le visite sono troppe le volte in cui mi scontro con questi pensieri, radicati profondamente nelle menti di chi ho davanti.
È difficile estirparli, spesso doloroso e in principio deludente.
Ma quando iniziano ad avere fiducia in me e la realtà fa breccia nelle loro menti e nei loro cuori, tutto cambia e iniziano a vivere una nuova vita fatta di equilibrio, soddisfazione, accettazione e amore verso se stessi, riscoprendo anche il piacere e la leggerezza per il cibo.
A volte la figura del Nutrizionista non è sufficiente ed è necessario un lavoro integrato con altre figure professionali competenti, ma il risultato poi è bellissimo e dura per tutta la vita.
La missione di un Nutrizionista, infatti, non dovrebbe essere quella di far dimagrire per forza, ma di promuovere la salute sia fisica che mentale attraverso una consapevole educazione alimentare, facendo raggiungere al paziente, come naturale conseguenza, un equilibrato compromesso tra una forma fisica salutare (compatibile con le sue caratteristiche genetiche) e i vari contesti della sua vita.
Purtroppo ci sono anche Nutrizionisti o altri professionisti del settore non molto sensibili a queste tematiche e spesso, senza volerlo, possono essere loro stessi complici di queste ossessioni e ideologie. Io non voglio far parte di questa categoria "tossica".
Spero che anche nel nostro settore aumentino sempre di più i professionisti che vedano davanti a sé le Persone come tali e non come numeri e misure.
Bonus: ti svelo un segreto!
Paradossalmente spesso accade che quando una persona raggiunge questo livello di consapevolezza, benessere e libertà, solo allora, qualora sia necessario e senza sforzi, perde anche l'eccesso di peso e raggiunge una forma fisica soddisfacente.
Ti è piaciuto questo articolo meno scientifico e più umano?
Ti ritrovi in alcune parole che ho scritto?
Ho acceso in te qualche riflessione che ha migliorato il tuo modo di vedere le cose?
Faccelo sapere nei commenti!
A presto!
Le tue nutrizioniste Francesca, Angelica ed Elena
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